Dal settimanale D di Repubblica del 15 settembre 2012
Cure che promettono una vita più lunga, Test precoci che fanno più consapevole la scelta di crescerli, i bimbi colpiti dalla trisomia 21hanno nuove speranza. E le famiglie decise a conquistarle.
A lezione da un figlio down (1.41 MB) |
Nel 2010 ha vinto la borsa di studio per prepararsi all'Università di Murcia, in Spagna; vive da solo, con altri giovani. La sua famiglia: "E' come se avesse già preso dieci lauree"
Luigi studia. Prende un 26 e fa i salti di gioia. Un ostacolo in meno verso la laurea. Luigi vive con altri ragazzi in un appartamento a Bologna. Fa la vita del fuorisede: feste e piatti da lavare. Luigi prende la valigia, e se ne va in Erasmus: destinazione Spagna. Affronta libri in una lingua che non è la sua, tutto intorno è un mondo apparentemente in salita. Tutto normale, Luigi "non è un ragazzo eccezionale". No, ma detiene un primato.
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“Io uguale agli altri”: non è il titolo di un capitolo del libro Cuore, ma un piccolo miracolo che porta il nome di Christian, un ragazzo che ha saputo dimostrare che ogni sogno può diventare realtà. Christian ha 20 anni ed è nato ad Ottaviano dove vive da sempre. Alla nascita si scopre che è affetto dalla sindrome di Down ma, nonostante la disabilità, il ragazzo segue un iter formativo regolare frequentando la normale scolarità e condividendo le esperienze quotidiane con i compagni. Finito il ciclo scolastico obbligatorio, Christian inizia a fare le sue scelte e senza esitare comunica ai suoi genitori la passione per l’arte e si iscrive all’Istituto d’Arte con indirizzo moda. Le soddisfazioni arrivano giorno dopo giorno, la creazione di modelli unici e singolari, la moda, le passerelle, ma soprattutto la passione per le acconciature diventano per Christian un vero e proprio sogno. Un sogno che in poco tempo si trasforma in realtà. Inizia guardarsi intorno e finalmente dopo il diploma grazie sensibilità di Alfonso Palma, parrucchiere estetico, ha iniziato un percorso di impegno lavorativo presso il centro “Palma Stylist” di Ottaviano dove entrato quasi in punta di piedi ma oggi ne è parte integrante. Insomma, una storia che fa capire che i disabili possono e devono avere un ruolo attivo nella società moderna.
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Che per lei la parola Down fosse soltanto una declinazione dell’esistenza e non una condanna, lo aveva fatto capire molto presto. Era ancora una bambina, sette anni o giù di lì, quando aveva zittito parenti e amici riuniti in salotto: «Io non sono Down, sono Giusi, Giusi Spagnolo». Adesso quella piccoletta con gli occhi azzurri che sprizzano ironia è una dottoressa, insignita dell’alloro alla facoltà di Lettere dell'Ateneo di Palermo con il voto di 105 su 110. Fiori, parenti commossi, festa con amici e colleghi, tutto normale per questa ragazza di 26 anni che è la prima donna Down a laurearsi in Italia. Al maschile solo due i precedenti noti in Europa: quello di Andrea Brambilla, che nel 2005 coronò i suoi studi universitari alla Statale di Milano, e quello dello spagnolo Pablo Pineda, diventato attore, insegnante, maître à penser.
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