Per un paio di giorni, Kevin Grow ha fatto parte dei Philadelphia 76ers. La franchigia ha infatti aggregato per gli allenamenti il 18enne affetto da sindrome di down, autore di quattro triple in pochi istanti in una partita del suo liceo, Bensalem High. Immagini che hanno fatto il giro del mondo, proprio come quelle di Jason McElwain, ragazzo autistico che visse un'esperienza analoga a Greece Athena high school a Rochester (New York): come Grow, anche McElwain era l'aiutante dello staff tecnico, ma per il match di fine stagione venne inserito in campo a sorpresa, e infilò un'incredibile serie di sei canestri pesanti, commuovendo il mondo, tanto che vinse un ESPY Award e incontrò l'allora presidente Bush.
ISPIRAZIONE – Dopo i 14 punti in due minuti nella partita della sua high school di Philadelphia, Grow ha lavorato con i Sixers di Brett Brown, la squadra per cui tifa. “E' stato un motivo di ispirazione per noi” ha detto Evan Turner, che ha accompagnato il giovane in una full immersion, visto che Grow ha firmato il proprio contratto con la franchigia davanti alle telecamere, ha pranzato con i compagni di squadra e si è allenato con i Sixers. Che per la sfida della scorsa notte contro Cleveland hanno riservato una divisa speciale per Kevin, il quale ha potuto ammirare il riscaldamento pre-partita dalla panchina prima di vivere la presentazione delle squadre direttamente in campo.
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Dal settimanale D di Repubblica del 15 settembre 2012
Cure che promettono una vita più lunga, Test precoci che fanno più consapevole la scelta di crescerli, i bimbi colpiti dalla trisomia 21hanno nuove speranza. E le famiglie decise a conquistarle.
A lezione da un figlio down (1.41 MB) |
Nel 2010 ha vinto la borsa di studio per prepararsi all'Università di Murcia, in Spagna; vive da solo, con altri giovani. La sua famiglia: "E' come se avesse già preso dieci lauree"
Luigi studia. Prende un 26 e fa i salti di gioia. Un ostacolo in meno verso la laurea. Luigi vive con altri ragazzi in un appartamento a Bologna. Fa la vita del fuorisede: feste e piatti da lavare. Luigi prende la valigia, e se ne va in Erasmus: destinazione Spagna. Affronta libri in una lingua che non è la sua, tutto intorno è un mondo apparentemente in salita. Tutto normale, Luigi "non è un ragazzo eccezionale". No, ma detiene un primato.
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“Io uguale agli altri”: non è il titolo di un capitolo del libro Cuore, ma un piccolo miracolo che porta il nome di Christian, un ragazzo che ha saputo dimostrare che ogni sogno può diventare realtà. Christian ha 20 anni ed è nato ad Ottaviano dove vive da sempre. Alla nascita si scopre che è affetto dalla sindrome di Down ma, nonostante la disabilità, il ragazzo segue un iter formativo regolare frequentando la normale scolarità e condividendo le esperienze quotidiane con i compagni. Finito il ciclo scolastico obbligatorio, Christian inizia a fare le sue scelte e senza esitare comunica ai suoi genitori la passione per l’arte e si iscrive all’Istituto d’Arte con indirizzo moda. Le soddisfazioni arrivano giorno dopo giorno, la creazione di modelli unici e singolari, la moda, le passerelle, ma soprattutto la passione per le acconciature diventano per Christian un vero e proprio sogno. Un sogno che in poco tempo si trasforma in realtà. Inizia guardarsi intorno e finalmente dopo il diploma grazie sensibilità di Alfonso Palma, parrucchiere estetico, ha iniziato un percorso di impegno lavorativo presso il centro “Palma Stylist” di Ottaviano dove entrato quasi in punta di piedi ma oggi ne è parte integrante. Insomma, una storia che fa capire che i disabili possono e devono avere un ruolo attivo nella società moderna.
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Che per lei la parola Down fosse soltanto una declinazione dell’esistenza e non una condanna, lo aveva fatto capire molto presto. Era ancora una bambina, sette anni o giù di lì, quando aveva zittito parenti e amici riuniti in salotto: «Io non sono Down, sono Giusi, Giusi Spagnolo». Adesso quella piccoletta con gli occhi azzurri che sprizzano ironia è una dottoressa, insignita dell’alloro alla facoltà di Lettere dell'Ateneo di Palermo con il voto di 105 su 110. Fiori, parenti commossi, festa con amici e colleghi, tutto normale per questa ragazza di 26 anni che è la prima donna Down a laurearsi in Italia. Al maschile solo due i precedenti noti in Europa: quello di Andrea Brambilla, che nel 2005 coronò i suoi studi universitari alla Statale di Milano, e quello dello spagnolo Pablo Pineda, diventato attore, insegnante, maître à penser.
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Il libro racconta tredici anni di studio di Eleonora Serci, cagliaritana di 26 anni, dalle elementari sino al diploma all'Istituto alberghiero di Monserrato. Quasi duecento pagine che racchiudono una vita di studio della bambina, affiancata di volta in volta da insegnanti di sostegno che l'hanno aiutata a completare gli studi con il diploma di "sala bar" e la qualifica di "ricevimento"
CAGLIARI - Trasformare in un testo didattico i compiti di una bambina con la sindrome di Down che, dopo le elementari e le scuole medie, è riuscita a diplomarsi all'Istituto alberghiero di Monserrato. Si intitola "Il quaderno di Eleonora" (Aipsa Edizioni), il libro scritto da Eleonora Serci (cagliaritana di 26 anni con la sindrome di Down) e realizzato grazie alla tenacia e alla determinazione della mamma, Annalisa Porru. Il volume è stato presentato a Cagliari. Quasi duecento pagine che racchiudono una vita di studio della bambina, affiancata di volta in volta da insegnanti di sostegno che l'hanno aiutata a completare gli studi con il diploma di "sala bar" e la qualifica di "ricevimento".
"L'idea di questo libro - spiega Annalisa Porru - è cresciuta in me osservando l'interesse che i quaderni di mia figlia suscitavano nei miei amici insegnati, nei tirocinanti e negli operatori che frequentano il centro down. Essi sostengono di trovarvi spunti interessanti, motivazioni nuove per il lavoro e per l'opportunità di una maggiore conoscenza della persona down rapportata all'esperienza scolastica". Il libro si divide in due parti: la prima, narrata dalla mamma, racconta la vita di tutti i giorni di Eleonora e descrive la sua famiglia, i luoghi in cui è cresciuta e l'ambiente scolastico. Nella seconda, il quaderno racchiude il percorso di studi della ragazzina dalla prima alla quinta elementare, in un arco temporale racchiuso dai sette ai tredici anni. E in un'epoca di tagli feroci al sostegno, il "Quaderno di Eleonora" racconta anche quanto sia fondamentale l'intervento di educatori formati e capaci per consentire agli alunni in difficoltà di conseguire dei risultati scolastici e formativi.
E proprio agli insegnanti di sostegno, infatti, è dedicata la lettera di chiusura dell'alunna, ormai diplomata e uscita dalla scuola: "Mi avete fatto fare i compiti, le gite, i laboratori e la ginnastica - scrive Eleonora, rivolgendosi ai docenti Anna, Bruna, Gemma e Donatella che l'hanno seguita negli anni - quando sono diventata grande, la scuola per me è finita ed ero triste. Vi ricordo e vi voglio sempre bene". Poche righe, scritte senza errori di ortografia: non faranno dimenticare i tagli al sostegno, ma rappresentano un premio e l'orgoglio di qualsiasi insegnante. Raccontando attraverso i compiti ed i racconti, la vita dell'alunna dalle elementari al diploma, il testo è anche un percorso didattico e un aiuto per altri genitori che si trovano ad affrontare lo sviluppo educativo di un figlio con la sindrome di Down. (fp)
(4 marzo 2011)
(fonte: www.superabile.it) |
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